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K-1 TOURNAMENT

Jerome LeBanner sferra un devastante calcio a Mark HuntA mio giudizio, fino al 2000, il K-1 è stato senz'altro il torneo di arti marziali per eccellenza, il sogno di ogni combattente. Ma prima di commentarlo, è giusto dire di cosa si tratta esattamente.
E' un torneo ideato dal M° Kazuyoshi Ishii, fondatore del Karate stile "Seido".
Nacque con un preciso scopo, perché da sempre la domanda che ognuno, in ambito marziale (e non), si pone è: qual'è lo stile più efficace in combattimento?
In realtà chi è ben addentrato e ha un po' di esperienza nel mondo marziale, sa che in verità non esiste risposta a questa domanda.
Tuttavia nel panorama internazionale marziale è risaputo che ci sono troppi stili, troppe federazioni e di conseguenza troppi presunti "campioni del mondo".
Dunque a chi credere? Chi è il vero campione?
Ishii pensò di dare una risposta a quel quesito, creando di fatto il K-1.


Un unico circuito, solo i campioni più forti, solo quelli che dimostrano di essere tali.
Perchè venne chiamato K-1?
"K" è la lettera iniziale o comunque contenuta in gran parte delle arti marziali: Karate, Kickboxing, Kung Fu, Taekwondo, ecc...
"1" perchè partecipano solo i migliori e ci sarà un unico vero n° 1.
Fin dall'inizio si può dire sia stato un torneo per soli pesi massimi.
Si combatte con regole simili alla Thai boxe, ma niente proiezioni o prese, infatti il clinch con ginocchiate è limitato solo a pochi secondi ed è vietatissimo l'uso dei gomiti. Le protezioni sono limitate a guantoni, conchiglia e paradenti, nient'altro.
Per le categorie di peso inferiori, nel corso degli anni novanta furono fatti dei tentativi con il K-2 ed il K-3, ma ebbero scarso successo, così è subentrato il K-1 World Max, per atleti fino a 70 kg, che oggi gode di enorme successo, forse più del K-1 stesso.


Tornando al K-1, nel 1993 venne svolta la prima edizione, denominata K-1 Grand Prix.
Vennero chiamati a partecipare otto tra i migliori lottatori del mondo.
Così, da allora, quel format si ripete ogni anno a dicembre: i migliori otto, dopo una serie di eliminatorie durante l'anno, si affrontano nel K-1 Grand Prix che di fatto elegge il migliore, il re dei re.
La peculiarità del Grand Prix è che è durissimo: nella stessa serata, si svolgono quarti, semifinali e finale.
Quindi chi vuol vincere deve affrontare 3 combattimenti consecutivi ed ovviamente spesso la bravura non basta, ci vuole anche e soprattutto quel pizzico di fortuna che non guasta mai.

Andy Hug esegue una spettacolare tecnica contro Ernesto Hoost
La storia di questo torneo principalmente l'hanno fatta tre grandissimi campioni, che dal 1994 al 1999 si sono dati battaglia per vincere, riuscendo a richiamare ogni anno durante il GP una incredibile folla di 70/80.000 persone in quella faraonica struttura al coperto che è il Tokyo Dome. Grazie a loro il K-1 ha raggiunto fama e prestigio.
Si tratta degli olandesi Peter Aerts, Ernesto Hoost e dello svizzero Andy Hug.
A degno contorno, c'era anche un nutrito e agguerrito gruppo di temibili outsider: Mike Bernardo, Jerome LeBanner, Sam Greco, Francisco Filho, Ray Sefo, Mirko "Crocop" giusto per citare i più famosi.



Nel 2000, a mio giudizio, il torneo subisce una prima pesante battuta d'arresto con l'improvvisa e prematura morte di Andy Hug.
Da allora il torneo accusò un netto ed inesorabile declino.
Aerts e LeBanner pian piano persero drasticamente lo smalto dei giorni migliori, Bernardo e Greco abbandonarono, Crocop passò definitivamente alle MMA.
Hoost rimase incontrastato fin quando l'età glielo consentì.
A questa serie di eventi si sono aggiunti dei problemi giudiziari per Mr. Ishii e un netto cambio nell'orientamento del torneo.

Difatti negli ultimi anni tutto era purtroppo letteralmente decaduto allo stato di puro spettacolo.
La proprietà del torneo è anche cambiata di anno in anno e con essa il format ne è uscito sempre più sconvolto, tanto da risultare poco credibile. Conseguenza è stata che il livello medio dei lottatori cadde drammaticamente verso il basso.
In funzione del puro spettacolo e del massimo guadagno a tutti i costi, nel circuito K-1 fecero comparsa lottatori simili a fenomeni da circo, chiamati a combattere solo per la loro mole disumana e che poco avevano a che fare con discipline marziali.
Per fortuna gli anni 2000 hanno visto anche qualche grande campione come Bonjaski, Hunt, Schilt e verso la fine lottatori del calibro di Badr Hari, Gokhan Sakhi, Tyrone Spong e Alistair Overeem. Tutto finisce nel 2012, con un'edizione piuttosto discussa e controversa, conclusasi con la vittoria di un Crocop ormai lontano parente di quella macchina da KO che fu, tanto nel K-1 che nel Pride.
Purtroppo lo spirito di quegli anni '90, così magici e intensi, che tanto mi esaltava, è andato perduto definitivamente.
E' proprio vero che le cose belle finiscono prima...